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Il manifesto della Chiesa Cattolica su Adozione e Affido: gni bambino ha diritto a essere figlio (3)

Se si vuole veramente restituire dignità di figlio a un bambino abbandonato – quindi nel suo supremo interesse – non si può prescindere dal farlo “crescere” con una mamma e un papà (3)


Nel 2014, il Sinodo dei vescovi ha redatto la Relatio Synodi, nella quale veniva evidenziato come adozione e affido esprimessero “una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, non solo quando questa è segnata dalla sterilità”.
Il tema è stato poi ulteriormente sviluppato nell’Instrumentum Laboris del 2015 che, di fatto, vista la lungimiranza delle prospettive indicate, può ben essere considerato un vero e proprio “manifesto” dell’adozione e dell’affido.
Pubblichiamo in tre puntate il commento all’art, 65 del documento a cura del Centro Studi de “La Pietra Scartata”.
QUI il testo integrale dell’articolo e la prima parte del commento.
QUI la seconda parte del commneto.

Il commento del Centro Studi de La Pietra Scartata (3)

“La continuità della relazione generativa ed educativa – si legge ancora nel testo uscito dal Sinodo sulla famiglia – ha come fondamento necessario la differenza sessuale di uomo e donna, così come la procreazione. A fronte di quelle situazioni in cui il figlio è preteso a qualsiasi costo, come diritto del proprio completamento, l’adozione e l’affido rettamente intesi mostrano un aspetto importante della genitorialità e della figliolanza, in quanto aiutano a riconoscere che i figli, sia naturali sia adottivi o affidati, sono altro da sé ed occorre accoglierli, amarli, prendersene cura e non solo metterli al mondo. L’interesse prevalente del bambino dovrebbe sempre ispirare le decisioni sull’adozione e l’affido. Come ha ricordato Papa Francesco, «i bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma» (Udienza ai Partecipanti al Colloquio internazionale sulla complementarità tra uomo e donna, promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, 17 novembre 2014)”.
Frasi talmente chiare e – si potrebbe dire – definitive che servono veramente poche parole di commento. Non c’è alcun dubbio: per i padri sinodali l’adozione è “materia” riservata esclusivamente a un uomo e a una donna. Se si vuole veramente restituire dignità di figlio a un bambino abbandonato – quindi nel suo supremo interesse – non si può prescindere dal farlo “crescere” con una papà è una mamma! E il richiamo alle parole dirette del Papa è quasi un sigillo a questo principio. Non si può mettere sullo stesso piano un presunto “diritto al proprio completamento” e il diritto di un bambino a essere figlio: da una parte c’è un atto di egoismo (“il figlio a ogni costo”), dall’ altro un vero e proprio atto d’amore.
Anzi, la stessa adozione e – ritorna molto appropriatamente- l’affido, insegnano anche ai genitori biologici in che cosa consista l’essenza dell’accoglienza di un figlio, anche se “tuo”, frutto del tuo sangue: ogni figlio è sempre “altro” e, come tale, va accolto. “Imparate dai genitori adottivi e affidatari”, sembrano suggerire i padri sinodali a ogni genitore, ricollegandosi in ciò alla formidabile intuizione di Paolo: “Siamo tutti figli adottivi” (Ef 1,5).

Proteggere la famiglia

“Nondimeno – ricordano infine i padri sinodali – la Chiesa deve proclamare che, laddove è possibile, i bambini hanno diritto a crescere nella loro famiglia natale con il maggior sostegno possibile”.
Non ci si sarebbe potuta aspettare conclusione migliore. Il senso è questo: attenzione quando si parla di adozione e affido! La prima realtà da tenere in mente e da “proteggere” è la “famiglia di origine, quella da cui il bambino è nato. Non ci può essere adozione, dunque, senza il concetto di “sussidiarietà”: prima di adottare quel bambino, occorre assicurarsi di avere fatto tutto il possibile – umanamente possibile – perché possa crescere ed essere educato nella sua famiglia o – nel caso dell’adozione internazionale – in una famiglia del suo Paese di origine.
Tali dichiarazioni, per non rischiare di rimanere unicamente pure affermazioni verbali e nient’altro, necessitano di azioni concrete di sostegno, a livello sia delle singole famiglie (interventi di contrasto alla povertà e di sostegno psicosociale) che di Paesi di origine (interventi di cooperazione internazionale per l’applicazione del concetto di sussidiarietà).
In definitiva, ci sembra che, con questo paragrafo 65, la Chiesa – e ciò vale per tutte le sue componenti, quindi anche per noi associazioni familiari di ispirazione cristiana – abbia compiuto una significativa scelta di campo: laddove vi è un bambino abbandonato, in qualsiasi Paese del mondo esso viva, la Chiesa si schiera in prima linea al suo fianco, invocando il suo sacrosanto e irrinunciabile diritto a essere un figlio, un vero figlio!

Centro Studi de “La Pietra Scartata”
(3. Fine)


L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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