Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Il manifesto della Chiesa Cattolica su Adozione e Affido: l’adozione, un vero apostolato familiare al di là della sterilità (1)

Il Sinodo dei Vescovi ha sancito, fin dal 2015, quello che si può definire un “manifesto” dell’adozione e dell’affido familiare, un vero salto di qualità nell’accoglienza di un minore abbandonato o in difficoltà familiare


Il Sinodo dei vescovi aveva iniziato a occuparsi di adozione e affido già nel corso della III Assemblea generale straordinaria nell’ottobre del 2014. La Relatio Synodi redatta in quell’occasione evidenziava come adozione e affido esprimessero “una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, non solo quando questa è segnata dalla sterilità”.
Il tema fu ulteriormente
sviluppato nell’Instrumentum Laboris, redatta a giugno 2015, in vista della XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi: qui venivano recepite le sollecitazioni di un dibattito sviluppatosi a livello di base.
Se ciò che era contenuto nell’Instrumentum Laboris rappresentava ancora un momento, per quanto significativo, del cammino intrapreso circa il tema dell’accoglienza dell’infanzia abbandonata, il n. 65 del documento conclusivo del Sinodo pubblicato nel 2015 ne ha sancito la validità definitiva e, anzi, può ben essere considerato, vista la lungimiranza delle prospettive indicate, un vero e proprio “manifesto” dell’adozione e dell’affido.
Vale la pena esaminarlo passo per passo e, per questo, a beneficio dei lettori, riportiamo il testo integrale del documento citato, a cui segue, in tre puntate, il commento del Centro Studi del “La Pietra Scartata”.

Adozione e affido

65. L’adozione di bambini, orfani e abbandonati, accolti come propri figli, nello spirito della fede assume la forma di un autentico apostolato familiare (cf. AA, 11), più volte richiamato e incoraggiato dal Magistero (cf. FC, 41; EV, 93). La scelta dell’adozione e dell’affido esprime una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, al di là dei casi in cui è dolorosamente segnata dalla sterilità. Tale scelta è segno eloquente dell’accoglienza generativa, testimonianza della fede e compimento dell’amore. Essa restituisce reciproca dignità ad un legame interrotto: agli sposi che non hanno figli e a figli che non hanno genitori. Vanno perciò sostenute tutte le iniziative volte a rendere più agevoli le procedure di adozione.

Il traffico di bambini fra Paesi e Continenti va impedito con opportuni interventi legislativi e controlli degli Stati.

La continuità della relazione generativa ed educativa ha come fondamento necessario la differenza sessuale di uomo e donna, così come la procreazione. A fronte di quelle situazioni in cui il figlio è preteso a qualsiasi costo, come diritto del proprio completamento, l’adozione e l’affido rettamente intesi mostrano un aspetto importante della genitorialità e della figliolanza, in quanto aiutano a riconoscere che i figli, sia naturali sia adottivi o affidati, sono altro da sé e occorre accoglierli, amarli, prendersene cura e non solo metterli al mondo.

L’interesse prevalente del bambino dovrebbe sempre ispirare le decisioni sull’adozione e l’affido. Come ha ricordato Papa Francesco, «i bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma» (Udienza ai Partecipanti al Colloquio internazionale sulla complementarità tra uomo e donna, promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, 17 novembre 2014). Nondimeno, la Chiesa deve proclamare che, laddove è possibile, i bambini hanno diritto a crescere nella loro famiglia natale con il maggior sostegno possibile

Il commento del Centro Studi de La Pietra Scartata

 “L’adozione di bambini, orfani e abbandonati, accolti come propri figli, nello spirito della fede assume la forma di un autentico apostolato familiare, più volte richiamato e incoraggiato dal Magistero”.
Un “apostolato familiare”, quindi. È palese l’intenzione della Chiesa di far fare all’adozione di un minore abbandonato un vero “salto di qualità”, qualora essa sia compiuta “nello spirito della fede”. Il riferimento, in questo caso, non può non andare alle parole di Gesù stesso: “Chi accoglie uno di questi bambini, NEL MIO NOME, accoglie me” (Mc 9,37). L’adozione quindi, pensata e voluta nel nome di Gesù, è una vera “vocazione” di vita, una scelta che la Chiesa “non solo richiama, ma incoraggia”. Come tale dovrà essere inserita, a pieno titolo, nei vari aspetti della pastorale familiare, a iniziare dalla formazione spirituale dei fidanzati.

“La scelta dell’adozione e dell’affido – si legge ancora nel documento conclusivo del Sinodo – esprime una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, al di là dei casi in cui è dolorosamente segnata dalla sterilità. Tale scelta è segno eloquente dell’accoglienza generativa, testimonianza della fede e compimento dell’amore”.
Ecco un passaggio molto importante: il tema della “sterilità feconda”, insito nell’adozione. Una sorprendente e peculiare fecondità, non limitata alle coppie sterili, ma aperta a tutte quelle coniugate. E come ogni fecondità – si afferma con particolare evidenza nel testo -, anche quella adottiva, benché “particolare”, è propria “dell’esperienza coniugale”, cioè di quella “accoglienza generativa” insita nella promessa che gli sposi si sono scambiati nel giorno del loro matrimonio. L’adozione e la generazione qui vengono poste sullo stesso piano. Non c’è alcuna differenza fra un figlio biologico e uno adottato. Entrambi sono “compimento dell’amore coniugale”: padre, madre e figli possono pertanto testimoniare concretamente ciò che è la “fede” nell’amore del Padre. Un Padre che non delude mai le promesse e che è capace di redimere, in forza della risposta della nostra fede, anche una vicenda “dolorosa” come la sterilità. È il “Cantico di Anna”, nel primo libro di Samuele, a ricordarci che, per volere di Dio, “la sterile ha partorito sette volte” (Sam 2,5).

Centro Studi de “La Pietra Scartata”
(1. Segue)


L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

Lascia un commento