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Il manifesto della Chiesa Cattolica su Adozione e Affido: riannodare grazie a un gesto di accoglienza un filo che si era spezzato (2)

Il Sinodo dei Vescovi ha sancito, fin dal 2015, quello che si può definire un “manifesto” dell’adozione e dell’affido familiare, un vero salto di qualità nell’accoglienza di un minore abbandonato o in difficoltà familiare (2)


Nel 2014, il Sinodo dei vescovi ha redatto la Relatio Synodi, nella quale veniva evidenziato come adozione e affido esprimessero “una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, non solo quando questa è segnata dalla sterilità”.
Il tema è stato poi ulteriormente sviluppato nell’Instrumentum Laboris del 2015, che, di fatto, vista la lungimiranza delle prospettive indicate, può ben essere considerato un vero e proprio “manifesto” dell’adozione e dell’affido.
Pubblichiamo in tre puntate il commento all’art, 65 del documento a cura del Centro Studi de “La Pietra Scartata”.
Il testo integrale dell’articolo e la prima parte del commento si possono leggere QUI

Il commento del Centro Studi de La Pietra Scartata (2)

Essa (l’adozione, n.d.r.) restituisce reciproca dignità ad un legame interrotto: agli sposi che non hanno figli e a figli che non hanno genitori”. L’azione potente dell’adozione è qui espressa con un’evidenza sorprendete: una promessa, un filo che si era spezzato ora viene riannodato grazie a un gesto di accoglienza. Non solo viene ristabilito ciò che spetta a ogni bambino che viene al mondo – il diritto di essere chiamato figlio – ma addirittura qui si entra nella prospettiva del progetto di Dio sugli “sposi che non hanno figli” e che ora, grazie all’adozione, viene svelato in tutta la sua evidenza. Da sempre era stato “pensato” come “nostro” figlio e il nostro “sì” alla sua accoglienza ripristina, dandogli maggior vigore, quel cammino di amore, insito in ogni “nascita”, che sembrava interrotto. Ecco svelata, in tutta la sua evidenza, la “grazia della sterilità feconda” donata dal Padre veramente a tutte le coppie sterili unite nel sacramento del matrimonio.

Agire per realizzare l’adozione nel più breve tempo possibile

“Vanno perciò sostenute tutte le iniziative volte a rendere più agevoli le procedure di adozione”, hanno affermato i vescovi riuniti nel Sinodo. Un richiamo netto e preciso a tutti coloro che hanno delle responsabilità legislative e amministrative: non sono un mistero, nemmeno per i padri sinodali, tutte le difficoltà, soprattutto di ordine burocratico, in cui è attualmente coinvolto il mondo delle adozioni, soprattutto per quanto riguarda le adozioni internazionali. Ben vengano, allora, le “iniziative”, che anzi devono essere “sostenute” – e qui la Chiesa si impegna a farlo! – per rendere “più agevoli” le procedure adottive. Questa della Chiesa è una scelta di campo precisa e di fondamentale importanza: laddove l’adozione è reputata necessaria, occorre agire per realizzarla nel più breve tempo possibile. Ben vengano quindi riforme legislative, amministrative, accordi fra Stati: insomma tutto ciò che si renda necessario per restituire urgentemente “quella dignità di figlio” a chi ne è stato privato in qualsiasi parte del mondo esso si trovi.

Legalità e accordi bilaterali

“Il traffico di bambini fra Paesi e Continenti – prosegue il documento – va impedito con opportuni interventi legislativi e controlli degli Stati”.
Con queste parole il Sinodo dimostra di essere capace di calarsi nei temi più concreti e attuali: ecco in piena evidenza ciò che rappresenta il “male” delle adozioni internazionali, laddove sia carente o del tutto assente il controllo degli Stati di origine o di accoglienza. Non possono non ritornare in mente, a questo punto, le recenti decisioni di alcuni Stati africani, in particolare quelli dell’Africa orientale, che si sono sentiti costretti, a loro malincuore, a chiudere le adozioni  internazionali per i gravi episodi di traffico di minori verificatisi nei loro Paesi. Alla luce di tali situazioni, fa bene il Sinodo a chiamare in causa le autorità statali, soprattutto quelle dei Paesi di accoglienza (Europa e America del Nord sono i principali attori delle adozioni internazionali), responsabili in prima persona degli organismi autorizzati e delle famiglie che inviano nei Paesi di origine ad adottare i loro minori abbandonati. Occorrono quindi opportuni “interventi legislativi”, a cominciare dagli accordi bilaterali, capaci di attuare ferrei controlli per impedire che i Paesi di origine siano poi costretti a interrompere le adozioni.
Ma inoltre: come non richiamare, qui, anche la “personale” responsabilità degli operatori degli enti autorizzati e delle famiglie adottive rispetto alla pratica illegale dei pagamenti in nero e in contanti, suscettibile di produrre fenomeni di corruzione?

Centro Studi de “La Pietra Scartata”
(2. Segue)


L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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