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Sudan, la guerra che non risparmia i bambini: ogni ora un morto o un ferito

La crisi umanitaria in Sudan si aggrava di giorno in giorno, mentre il conflitto tra l’esercito regolare e le milizie paramilitari continua a mietere vittime innocenti. Tra i più colpiti ci sono i bambini, che pagano il prezzo più alto di una violenza senza fine


Secondo i dati UNICEF, in Sudan, ogni ora. un minore muore o viene ferito nei combattimenti sempre più intensi. Si tratta di una stima conservativa, basata solo sulle fonti dell’organizzazione, che non tiene conto di tutti i casi non segnalati o non verificabili.
In un Paese in cui quasi 14 milioni di bambini hanno bisogno di sostegno umanitario, la guerra ha distrutto le loro speranze e i loro diritti. Molti di loro hanno perso la vita, la famiglia, la casa, la scuola, la salute. Altri sono stati rapiti, reclutati forzatamente, abusati, traumatizzati.
“La portata dell’impatto che questo conflitto ha avuto sui bambini in Sudan negli ultimi 100 giorni va quasi oltre la comprensione”, ha dichiarato Ted Chaiban, vicedirettore generale dell’Unicef per l’Intervento umanitario . “Genitori e nonni che hanno vissuto precedenti cicli di violenza devono ora vedere i loro figli e nipoti vivere esperienze simili e terribili. Ogni singolo giorno i bambini vengono uccisi, feriti, rapiti e vedono danneggiati, distrutti o saccheggiati scuole, ospedali, infrastrutture vitali e forniture salvavita su cui fanno affidamento”.
Oltre alle vittime e ai feriti, si segnala anche un’escalation di attacchi contro le strutture sanitarie. Alcuni ospedali sono stati presi di mira dai combattenti, altri sono stati costretti a chiudere per mancanza di personale, attrezzature o medicine. Questo ha compromesso l’accesso ai servizi essenziali per milioni di persone, soprattutto donne incinte, neonati e bambini malnutriti.
L’appello è urgente e si rivolge alla comunità internazionale affinché siano forniti aiuti umanitari al Sudan e si proteggano i diritti dei bambini.
“I bambini del Sudan hanno bisogno di pace e sicurezza ora più che mai”, ha concluso Chaiban. “Non possiamo permettere che questa generazione sia perduta per sempre”.



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