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La lavanda dei piedi: un Dio così in fin dei conti non lo capiamo neanche ora!

Dio, che onoro e rispetto in ogni modo e dal quale mi aspetto grazie importanti e necessarie, che cosa ci fa ai miei piedi? Forse è umile, ma a che cosa mi serve? E non finisce con l’essere anche poco presentabile?


Giovedì 28 marzo, giovedì santo, “cena del Signore”. Don Massimiliano Sabbadini (Consigliere spirituale de La Pietra Scartata) commenta il vangelo secondo Giovanni

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,1-15)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Il commento di don Massimiliano

La celebrazione che tradizionalmente segna l’avvio del sacro Triduo pasquale, la “lavanda dei piedi”, è da noi ripetuta con intensità e commozione. Noi conosciamo il significato profondo del gesto che Gesù rivolse ai Dodici e ne sentiamo tutta la forza esemplare per la nostra fede e la nostra carità: “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”.
Potrebbe però sfuggirci la portata sorprendente e rivoluzionaria di quel servizio del Maestro, ben riferita dall’esclamazione interrogativa e scandalizzata di Pietro: “Signore, tu lavi i piedi a me”?
Per noi si potrebbe tradurre con un pensiero dubbioso, forse raramente espresso, ma subdolamente efficace nella nostra coscienza: Dio, che onoro e rispetto in ogni modo e dal quale mi aspetto grazie importanti e necessarie, che cosa ci fa ai miei piedi? Forse è umile, ma a che cosa mi serve? E non finisce con l’essere anche poco presentabile?
L’idea di un Salvatore giusto e potente, che ci risolve i guai e i dolori della vita, si annida costantemente nelle nostre suppliche. E va bene che noi siamo collocati “dopo” rispetto a ciò che Gesù ha fatto e detto a Pietro, ma un Dio così in fin dei conti non lo capiamo neanche ora!

L’acqua del catino

Lasciamo allora che i fatti, le parole e i silenzi della passione morte e resurrezione di Cristo ci raggiungano di nuovo come l’acqua di quel catino, per “aver parte” con il Signore. Riviviamo nelle celebrazioni e nel ritmo pacato dei giorni del Triduo sacro il desiderio dell’apostolo: “non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo”. Immergiamo dunque tutto di noi stessi nei misteri con i quali Dio ci raggiunge, ci rianima, ci perdona, ci converte, ci allieta, ci dà nuova vita, rigenerando realmente il nostro Battesimo. E anche ciò che non capiamo di Dio, dell’esistenza, del mondo, della Chiesa, degli altri e di noi stessi si sciolga nell’affidamento pieno, intimo, affettuoso, libero e liberante, alla Grazia di Cristo che ci previene, ci comprende e ci salva, allo Spirito Santo che sa illuminarci, radunarci e guidarci anche dentro le nostre tenebre, con i nostri dubbi e oltre le nostre sconfitte, solitudini e divisioni.

Così sia Pace vera, nel nostro animo, nelle nostre famiglie, nella società e tra i popoli tutti.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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